Il melanoma uveale rappresenta il tumore primitivo intraoculare più aggressivo e frequente nell’età adulta e si differenzia dal melanoma cutaneo per caratteristiche istologiche, genetiche, pattern di crescita e approccio terapeutico. Nel 90% dei casi insorge a livello della coroide.

La Radioterapia RT applicata attraverso differenti tecniche (brachiterapia con radioisotopi, teleterapia con protoni accelerati, radiochirurgia stereotassica [RS] mediante Gamma Knife o Cyber Knife, Radioterapia stereotassica con acceleratore lineare LINAC) rappresenta un’opzione terapeutica minimamente invasiva in alternativa all’enucleazione chirurgica del globo oculare.

Dal momento che il melanoma uveale si caratterizza per un’elevata radioresistenza, il trattamento deve prevedere la somministrazione di un’elevata dose di radiazioni.

La Radiochirurgia Stereotassica RS consente l’erogazione di radiazioni ad elevata dose in maniera altamente conformata, risparmiando le strutture intraoculari critiche adiacenti. Nelle ultime due decadi, la RS è stata utilizzata per il trattamento del melanoma uveale ottenendo la preservazione del bulbo oculare e un ottimo controllo locale di malattia (>90%), oltre a tassi di sopravvivenza e outcome visivo simili a quelli di altre forme di trattamento.

Complicanze post-trattamento

Tra i principali eventi avversi riscontrati nel follow-up dopo trattamento radiochirurgico, sono di particolare rilevanza la neuropatia ottica radio-indotta, la cataratta post-attinica, il glaucoma secondario neovascolare, la retinopatia essudativa, l’emorragia intravitreale e la sindrome dell’”occhio secco”.

Tali complicanze post-trattamento determinano un notevole impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti sottoposti a RS per melanoma uveale. Per tale motivo, le più moderne strategie terapeutiche prevedono il ricorso alle tecnologie più avanzate nei campi della diagnostica per una migliore definizione del target e un miglioramento degli schemi dosimetrici e di frazionamento per ottenere un adeguato controllo locale di malattia a fronte di un contestuale risparmio degli organi a rischio.

dr. Filippo Gagliardi
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